Quando l’uomo e la storia si legano al territorio
Storia e tradizioni del Rifugio
Il Rifugio Madonna delle Nevi, piccolo villaggio incastonato tra le montagne a Mezzoldo, in alta Val Brembana, fu voluto dalla diocesi di Bergamo nel '48, ultimato l'anno dopo e inaugurato da monsignor Adriano Bernareggi nell'estate del 1950. Allora il vescovo di Bergamo salì al Rifugio e alla chiesetta della Riva a dorso di una cavalla, lungo la mulattiera che partiva dal paese sottostante.
Alla Riva, già da fine Ottocento, c'era la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, costruita per dare l'Eucaristia anche ai bergamini che d'estate salivano con le mandrie in alpeggio. «Mi parve che lassù potesse venire costruita una colonia alpina per i nostri giovani. Sassi lassù non mancano e pure non mancano certamente le piante per fare un tetto e dei soffitti», scriveva nel 1948 il vescovo di Bergamo. L'anno dopo il Rifugio era pronto. E ancora oggi, a distanza dì 70 anni, continua nella sua speciale «missione». Non una classica casa alpina ma un villaggio in un posto incantevole, un luogo di accoglienza per la ricreazione e la formazione, di famiglie e ragazzi.
Oggi la casa dei ragazzi e delle famiglie è raggiungibile dalla strada, e di acqua, sotto il Ponte dell'Acqua, ne è passata da quei primi anni: i gruppi di ragazzi che sono saliti fin lassù («dove volano le aquile», come il cardinale Cavagnis ebbe a dire di Mezzoldo) si sono moltiplicati, il Rifugio si è ampliato e dotato di nuovi servizi grazie alla volontà del vescovo Roberto Amadei; dopo i primi direttori don Pietro Rota e don Ferdinando Arizzi, si sono succeduti don Giuseppe Martello, don Giuseppe Adobati, don Gianni Carminati, don Remo Luiselli, il signor Luigi Novetti, don Fausto Parigi, quindi per 25 anni don Mario Togni, don Paolo Rossi, don Giovanni Gusmini e don Fabio Pesenti.